Nokia: Leevi E71

Non poteva mancare un nuovo lavoro dei Psyop, i quali si cimentano nell’ultimo spot per Nokia.

Il filmato vuole svelare la dimensione umana del cellulare attraverso i messaggi che possono comunicare incontri,
affari ma anche sentimenti ed emozioni.

Lo spot è realizzato con un connubio di girato ed effetti visivi di forte impatto.

psyop_nokia

Agency: Wieden+Kennedy, Shanghai
Production Company: Stink, London / Psyop, New York
Director: Psyop

Articolo redatto da Sergio Damele

Transmediale 2009

Dal 28 gennaio al 1 febbraio 2009 si svolgerà a Berlino la nuova edizione di Transmediale.
Tema di quest’anno è Deep North, dedicato alle più profonde zone di sensibilità artistica e culturale, e ai processi di trasformazione che coinvolgono le regioni desertiche e polari, fino ai profondi mutamenti della tecnologia moderna.

Vorrei segnalare due eventi:

WED 28.01.22:00 MARIA AM OSTBAHNHOF – 2nd Stage

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Première per ClubTransmediale 09: Raster Noton ( vale a dire il duo Carten NicolaiOlaf Bender ), presenta per la prima volta Rhythm Screen, performace che li vede giocare con luci, suoni ed architettura allo stesso tempo.

Superfici a specchio rifletteranno e spezzerano proiezioni video controllate dalla musica.

(Carsten Nicolai), Byetone (Olaf Bender), SND e Frank Bretschneider creeranno per gli spettatori un ambiente immersivo, un complesso gomitolo di sinestesie, una “dancehall senza tempo”, come l’hanno definite.

raster-noton – archiv für ton und nichtton è il sito gestito da Carsten Nicolai e Olaf Bender ed è sostanzialmente una piattaforma/network che racchiude arte, scienza, e quant’altro. Raster-Noton nasce dalla fusione di due etichette rastermusic e noton (nel 1999) e si dedica all’esplorazione sistematica e radicale del concetto di minimalismo elettronico, a partire dal packaging del catalogo fino alla composizione audiovisiva e alle opere d’arte installativa.

More info

www.frankbretschneider.de
www.alvanoto.com
www.carsetnnicolai.de

Corpora in Si(gh)te Jan 27 – Mar 8 (opening: jan 26, 19:00) at- CHB – Collegium Hungaricum Berlin

transmediale

Installazione già presentata a Venezia alla fine del 2008, Corpora in Si(gh)te crea, attraverso l’uso di un gran numero di sensori che interagiscono tra loro e creano una maglia di connessioni partendo dai dati raccoli ) potenza del vento, umidità, luminosità, temperatura…), una struttura architettonica che potremmo più che altro definire un vero e proprio corpo dinamico. Un organismo vivente che ci propone una rappresentaizone in continuo mutamento dello spazio circostante. Corpora è una costruzione virtuale in continuo cambiamento, la quale progetta una struttura architettonica nello spazio reale con l’aiuto di un programma speciale, accordando continuamente gli elementi esistenti dello spazio e i movimenti realizzatisi nello spazio.

Un progetto di doubleNegatives Architecture (dNA), studio che comprende architetti, designer, sound & visual artists e grafici (da Giappone, Svizzera ed Ungheria) , il cui “leader” è l’architetto Sota Ichikawa, famoso per i suoi studi riguardo mezzi e metodi di misurazione dello spazio (progetto Gravicells – Gravity and Resistance, in collaborazione con Seiko Mikami,).

“La struttura Corpora si adatta al suo ambiente come un organismo vivo, reagisce ai cambiamenti dell’ambiente, offrendo cosi la visione di un’architettura che vive in un’armonia dinamica con il suo ambiente .
Corpora genera il dialogo tra le possibili interpretazioni dell’architettura organica, diverse tra di loro nel tempo, tradizione e tecnologia, ma vicine nella visione; i costruttori dimostrano la trasformazione del pensiero architettonico tradizionale: siamo di fronte alla testimonianza del movimento convergente di architettura, design e media art.”
(brano tratto dall’introduzione al catalogo di Gyula Július)

http://corpora.hu
Concept, design, programming & technical realization:
doubleNegatives Architecture

Corpora project core members:
Sota Ichikawa (architect)
Max Rheiner (artist, soft- hardware developer)
Ákos Maróy (software artist)
Kaoru Kobata (designer)

+Corpora in Si(gh)te members:
Satoru Higa (sound artist, programmer)
Hajime Narukawa (architect, structure engineer)

Articolo redatto da Alessandra Leone

Ceci n’est pas une publicité

Attenzione: questo non è uno spot. Sì, magari vien reclamizzato un prodotto, magari si tratta delle nuove sneakers Lacoste in edizione limitata, ma questo non è uno spot. E’ piuttosto un cortometraggio, un piccolo delirio surrealista d’icone francesi: la baguette, la tour Eiffell, il can-can ed un onnipresente basco.

Regia del duo Stéphane Rogeon e Ludovic Vernhet, in arte SL Co., e post-produzione della francese Mathematics; un visual pulito e lineare, suggestivo nella sua semplicità.

Le sneakers le potete trovare da Colette, a Parigi, il video lo trovate qui.

Clicca sull’immagine per vedere il video

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Cliente: Lacoste X Shoes Up Magazine
Produzione: The Ebeling Group / UFO / Les Telecreateurs
Regia: Sl-Co / Ludovic Vernhet@UFO
Animazione: Ufo/Sl-Co
Post-Produzione: Mathematic

Articolo redatto da Didier Falzone

Durex: Get it on

La produzione di virali non ha preso piede in Italia e dire che è un’ottima opportunità perchè da la possibilità di sperimentare.

Un esempio lampante è il nuovo virale ideato per l’azienda di profilattici Durex dall’agenzia Fitzgerald+CO.

Quei genietti dello studio Superfad si saranno sicuramente divertiti nel produrre questo spot dove palloncini con le forme di animali “realizzati” con preservativi multicolori (in realtà generati al computer) si accoppiano fra loro.
Il suono rende il tutto ancor più eloquente.

Nel sito di Superfad troverete anche 3 (finti) outtakes della produzione altrettanto divertenti.

Agency: Fitzgerald+CO/Atlanta

Animation Production: Superfad

Audio: Gramercy Post

Articolo redatto da Sergio Damele

Beck – Parte II: Eccesso d’informazioni.

Parte II: Eccesso d’informazioni. Pupazzi, nausea e video-stars.

The Information (2006), il successore dei Gueri, è carta bianca creativa e completo D.I.Y. sin dall’artwork, ovvero un quadrato di carta millimetrata accessoriato d’un tot di stickers per personalizzarlo. L’album esce in edizione deluxe con un folle dvd: una raccolta di video, uno per ognuna delle canzoni dell’album. A dirigerli, oltre allo stesso Beck, il produttore Nigel Godrich (noto al grande pubblico per la sua collaborazione con i Radiohead) e la fotografa americana Autumn de Wilde (fotografa di Elliott Smith, tra gli altri). Il concept del lavoro è molto semplice: nessuna alta tecnologia, nessuna finezza compositiva, solo rudi filmati su green-screen maleducatamente lavorati in post-produzione. Ancora una volta, così come avvenuto in Guero Dvd, l’obiettivo è realizzare una versione visual dell’album, e la mossa rivela una piena consapevolezza dei subentrati modelli di fruizione della musica on-line. Se c’è infatti chi ascolta interi album in anteprima su YouTube, nulla di meglio che un video ad hoc per brano.

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E così Think I’m In Love si traduce in improbabili transizioni e contrastatissime sovrapposizioni di figuranti in tenuta sixties,

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We Dance Alone è un omino-pixel danzante ed abuso di threeshold,

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1000bpm è la scusa per utilizzare il costume da orso appena noleggiato. L’allegra combriccola genera un’altra decina di clips di tal fatta.

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Se le blips di Thom Yorke e soci eran leggere pasticche monodose, le clips di Beck son colorate tavolette effervescenti, capaci di far frizzare un’intera bottiglia.

Ovviamente, ampia attenzione vien prestata anche al mercato tradizionale del video: Cell Phone’s Dead è un elegante morphing continuo tra uomo ed arredo d’interni concepito da Michel Gondry. Suppellettili volanti, porte animate ed una città espressionista sullo sfondo: atmosfere magicamente editate da Fly Studio (3D, color-correction, compositing). Un universo elegante, affascinante. Forse pure troppo: Cell Phone’s Dead ha dunque anche il suo doppio lo-fi, sporco confuso e popolato da personaggi assurdi: non si può non pensare a Rambo, Jane Fonda e Falco. Tutto nello stesso video.

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Anche Nausea ha un suo video ufficiale, girato da Patrick Daughters (Yeah Yeah Yeahs, Feist) di The Directors Bureau. Si tratta di un’ideale continuazione della promenade losangelina del video di Girl, vista però da un punto vista ben diverso: la scottante realtà della finzione. Complici le suggestioni cinematografiche di un The Truman Show, (ma anche della fotografia di un Crewdson o un Lorca diCorcia) i visionari e sincronizzati avvenimenti della realtà vengono svelati per quello che sono, ovvero attente ricostruzioni messe in scena in una città-set.

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Ma ovviamente non basta. La Nausea produttiva prevede un secondo video sullo stesso brano totalmente interpretato da pupazzi. Creati da Puppetown Productions e animati da alcuni dei professionisti che avevan dato vita a Team America, sono i protagonisti di una clip diretta dal poliedrico Keith Megna. Che, tanto per gradire, realizza un video anche per We Dance Alone portando in giro per la città un enorme pupazzo gonfiabile.

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Da notare come, conscio del valore aggiunto del visual, Beck porti spesso elementi anticipati dai suoi video nelle esibizioni live. Così come si era fatto accompagnare dagli orsi-rappers del video di 1000bpm, dividerà il palco anche con gli alter-ego pupazzo che lo accompagneranno per tutto il tour.

Il 2008 è l’anno di Modern Guilt. L’album esce a Luglio, ma ovviamente la vena produttiva di Beck non ha pace: già nel mese di Giugno circola sulla rete un trailer del nuovo album. Un montaggio in bianco e nero di warholiana (e William Klein-iana) memoria anticipa contenuti ed immagini dell’album imminente. Nulla è lasciato al caso, ed il classico promo diventa così opera a se stante, stuzzicante aperitivo del lavoro che verrà che, tra edizioni classiche, ri-edizioni redux e camei dal grande schermo, si avvicina sempre più ai modi comunicativi del cinema pur rimanendo videoclip.

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Il primo singolo estratto è Gamma Ray, il video è diretto da Autumn de Wilde. Tutte le caratteristiche visive tipiche sono presenti, ma il prodotto finale si avvicina molto di più al videoclip tradizionalmente inteso: è un equilibrio sottile tra non-sense, trovate classiche e puri piaceri visivi. E’ questo equilibrio la vera forza implicita; l’apparente caos ha in realtà un suo ordine ed un precisissimo diktat estetico: il bianco e nero sgranato alternato al colore, i curiosi primi piani,i molteplici rimandi alle avanguardie – sia nello stile, che nei contenuti.

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Ma, come nel caso di CellPhone’s Dead, anche qui Beck sente la necessità del doppio sporco, arty e cattivo: nasce Gamma Ray Redux. Il risultato è pero molto elegante nel suo essere rude, sarà per il fascino della bellissima e controversa Chloe Sevigny, qui in versione body-painted, sarà per l’immaginario visivo di Jess Holzworth, fashion-designer prestata al video i cui collage sono stati animati da Eight VFX (lo studio dietro i famosi commercial HP diretti da Olivier Gondry).

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Consueta passeggiata per Los Angeles nel video in b/n di Modern Guilt, uscito in contemporanea (Ottobre 2008). Qui però è lo stesso Beck il regista (così come nel precedente Orphans) e partorisce un semplice, buffo ma dolce cortometraggio con finale a sorpresa.

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Infine, ma certi che nel frattempo qualche altro video sia in corso, l’ultima creazione: il video per Youthless realizzato dall’australiano Kris Moyes, affiliato di The Directors Bureau.
Qui fascinazioni piuttosto diffuse, quali i pupazzi e la stop motion, vengono portati ad un livello superiore: Moyes da vita ad una stramba galleria di fantocci Beck-simiglianti rivelando una creatività ed un’originalità eccezionali. Più motion-sculpture che graphics, vediamo succedersi il metallico Becktallica, il marmoreo Beckhoven, la star David Beckhand, in un gioco di ruoli e di scambi che ben descrivono le molteplici personalità del nostro Eroe Mutante.

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Articolo Parte 1

Articolo redatto da Didier Falzone

Paper Animation Pt. 3

La più famosa forma artistica legata alla carta è sicuramente l’origami.
Da secoli si producono fantastiche opere con semplici fogli di carta.
Le forme che si possono costruire sono infinite, ma l’abilità tecnica si acquisisce solo con il tempo.

Il sito origamitube.com presenta molti video tutorials per la creazione di forme di ogni genere, e spiega anche come animare in stop motion una cicogna-origami.
Nel mondo dell’animazione le cose si fanno molto più complicate e spesso le figure diventano molto più elaborate; come nel caso dello spot diretto da Olivier Gondry per Orange che da una semplice barchetta si arriva a costruire un razzo spaziale.

orange

Lo studio Version 2 nel 2006 produsse un fantastico video di presentazione degli sponsor dello AICP.
Questa sigla esplora diversi mondi creando sequenze fantastiche e transizioni incredibili.
Logicamente il tutto è stato creato con la computer grafica, ma l’effetto cartaceo risulta molto credibile.

Version 2

Articolo redatto da Stefano Paron

Audi: Unboxed

Unire animazione tradizionale e 3D non è un compito facile: ci vogliono ricerca e una lunga serie di prove.

Per questo Aaron Duffy, regista per lo studio di effetti visivi 1st Ave Machine di New York, e Russell Brooke, dello studio di animazione britannico Passion Pictures, si sono divisi i compiti: il primo si sarebbe occupato del 3D e dell’intero spot ed il secondo del personaggio animato 2D.

Il filmato è per il lancio dell’Audi Q5 con una idea creativa originale dell’agenzia BBH, dove un omino disegnato apre una scatola e la trasforma in un auto. La scatola sembrerebbe girata a passo uno ed invece è stata modellata ed animata al computer con i software XSI e Nuke.
Ma Aaron Duffy ha dovuto fare diverse prove con delle scatole di cartone per capire come manipolare nella maniera appropriata.

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Agency: BBH
Creatives: Maja Fernqvist, Joakim Saul
Production Company: Passion Pictures, 1st Ave Machine

Directors: Aaron Duffy (1st Ave), Russell Brooke (Passion)

Music: “The Car Song” Woody Guthrie

Articolo redatto da Sergio Damele

MotionMusic Feature: Essere Beck Hansen. (Pt1)

Parte I: Downgrade d’un Eroe.
Beck to the future.

“mtv makes me wanna smoke crack fall out of the window and I’m never comin back mtv makes me wanna get highcan’t get a ride no matter how I try, and everything’s perfect, and everything’s bright, and everyone’s perky, and everyone’s uptight.  I love those videos I watch ‘em all day”

Beck Hansen, o semplicemente, Beck, è un gran casinista.
Non è questione di suoni, non è questione di mix. E’ una questione di approcci.
Se la prima necessità d’un musicista è quella di ritagliarsi un ruolo nel complesso sistema dello show-business, Beck ha optato per il collage: le fonti sono riconoscibili, ma l’accostamento è bruto, la colla sbava sulle immagini.
L’alternative loser annoiato da Mtv, in particolare, ha sempre avuto un rapporto speciale con la forma videoclip, intesa come insostituibile complemento del suono. Complice Gondry, ad esempio, ha creato piccoli capolavori del genere (Deadweight nel 1997 e Cellphone’s Dead nove anni dopo) e, con il passare degli anni e l’evoluzione del suo percorso artistico/ musicale, ha abbracciato sempre più i versanti dell’animazione e della sperimentazione.

Grafico, fotografo e artista nella vita privata, nipote di quel Al Hansen habituè della Factory che con Yoko Ono e John Cage animò il movimento Fluxus, Beck va senza subbio oltre la figura del musicista che utilizza i video per promuovere i suoi album. Stop motion, cartoon-style, pupazzi e travestimenti; motion graphics hi-tech e deliri di scontorni: avvalendosi delle migliori menti creative, ha messo su un repertorio visivo dall’immaginario coerente e fortemente evocativo. In particolar modo, ci interessa la fase più recente della videografia Beckiana, ovvero quella successiva ai riflessivi orizzonti di Sea Change. Molteplici le tecniche, i colori, i movimenti e le modalità di “musica in movimento” che hanno accompagnato i suoi ultimi album.

“Guero” (2005) album spiazzante e sghembo frullato dalle molteplici ispirazioni, è presentato al pubblico con il singolo E-Pro.

Clicca sull’immagine per vedere il video

epro

In un immaginario Dia de los Muertos messicano, Beck diventa centro dell’universo per le geniali menti del collettivo Shynola: sospeso a mezz’aria ed animato da veri puppetters tramite dei fili, viene calato in scenari al neon tra cimiteri e scheletri danzanti, dando vita ad una sorta di “incubo prenatalizio” beck-style. Due mesi di post-produzione dopo, il video era pronto, tranne che per il finale. E così rimase. Primo video che può permettersi di finire così, di schianto.

Il secondo singolo estratto è Girl , e la qualità dello studio coinvolto rimane ad altissimi livelli. E’ infatti il turno di MotionTheory che, anticipando l’esplosione della pop-up mania nei video musicali, riesce addirittura ad andare ancora oltre.

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girl

Prendendo ispirazione dai geniali fold-in di Al Jaffee su Mad Magazine, la natìa Los Angeles viene ripiegata su se stessa come in una complessa sessione di origami. Conscia del grande effetto della soluzione, MotionTheory utilizzerà in seguito il giochino anche in un commercial per la HP.
Il terzo singolo da Guero è Hell Yes, affidato a Garth Jennings, di Hammer & Tongs. Ovvero i realizzatori di video memorabili come “Coffee&Tv” per i Blur , “Imitation of Life” per i R.E.M e “Right Here Right Now” per Fat Boy Slim.

Clicca sull’immagine per vedere il video

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Per Beck mettono in scena quattro attori davvero speciali: gli unici esemplari esistenti all’epoca di robot QRIO della Sony. Tre settimane di programmazione Made-in-Japan per ciascun robot per poter creare le coreografie del video. E qui non è tanto la tecnologia il punto focale del discorso,ma piuttosto il modo di proporsi visivamente: la medesima ispirazione robotica che diventa intima e sensuale nella Bjork cunninghiama di All is Full of Love, è in Beck ironica e cabarettistica. Nessuna concentrazione sul sensazionalismo tecnologico: interferenze e sovrimpressioni richiamano lo stile video tipico di Beck.

Il video per Black Tambourine prende invece vita da un progetto artistico collaterale di Beck. Il regista Adam Levite, in arte Associates in Sciences realizza l’animazione tramite la conversione frame by frame del girato in caratteri ASCII e i tipi di GrandMediaInteractive si occupano della messa in moto dei caratteri. La cosiddetta ASCII Art conobbe un certo successo in quel periodo, considerata anche la relativa semplicità della lunga operazione.

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“Gameboy Variations” è invece un EP, uscito nello stesso anno, contenente dei remix di Guero, e Beck non perde occasione per proporre nuovi video, sebbene soltanto on-line. Se il game-boy è uno dei mezzi di produzione di suono, i video non potranno che essere ad 8 bit, così Hell Yes diventa Ghettochip Malfunction con un’animazione diretta da Mumbleboy, artista old-school che crea una sorta di videogioco primi anni ’80 zeppo di animazioni flash sghembe e dai colori vividi.

Il brano Que’ Onda Guero, remixato e diventato Gameboy/Homeboy, mantiene l’immaginario 8bit traducendolo in un flash sporco e infantile.


Autori del video sono E*Rock e Paper Rad, introdotti al mondo dell’animazione proprio dall’amico comune Mumbleboy; soddisfatti dell’esperienza, i due formeranno in seguito a questa collaborazione il collettivo Wyld File. Clarificatorio dello stile, il Dogman 99 che si sono imposti: “no Wacom tablet, no scanning, pure RGB colors only, only fake tweening, as many alpha tricks as possible”. I Wyld File realizzeranno altri due video per l’EP: Bad Cartridge e, sullo stesso stile, Bit Rate Variations in B-Flat, a completare la trilogia.





I progetti artistici collaterali a Guero, e nuove elaborazioni video sono stati poi raccolti in un DVD realizzato da D-Fuse, collettivo multidisciplinare che spazia dall’arte alle performance, dai visuals ai videoclip. Specialisti nel campo degli audiovisuals, hanno anche curato un libro sull’argomento, edito da Laurence King Publisher: “VJ: Audio-Visual Art + Visual Culture”.
Il DVD Guero è una interpretazione della musica di Beck sotto forma di visuals: ben trentuno “textural movies” e “vision-scapes”, due animazioni video per ciascuno dei tredici brani, tre set di sottotitoli grafici attivabili a piacimento. Combinando le diverse possibilità si possono ottenere ben 104 esperienze visive diverse e personali, dando vita ad un prodotto unico nel suo genere che rappresenta l’apice dell’esperienza visiva/auditiva.

Articolo redatto da Didier Falzone

Universal Everything – Forever

Se siete stati per il periodo natalizio a Londra avrete sicuramente visto una nuova strabiliante installazione interattiva ad opera di Universal Everything, FOREVER, esposta nei giardini John Madejski al Victoria&Albert. La location non era nuova per questo genere di progetti, infatti potete vedere cosa vi hanno preparato in precedenza qui
Forever nasce dalla collaborazione tra Matt Pyke, Karsten Schmidt e Simon Pyke, consiste in una grossa video installazione di animazioni perpetue che si muovono in sincrono con qualsiasi traccia musicale. Molto molto interessante, di seguito il video di presentazione del progetto ed il suo making of.

Getty Images Short Film

Si è da poco concluso il contest istituito dalla famosa Getty Images per realizzare un cortometraggio utilizzando solo le immagini e i video conservati nell’archivio Hulton di proprietà di Getty. Il vincitore (tra i 300 partecipanti tra agenzie o freelance) delle 5000 sterline è stato Laurie Hill con il suo cortometraggio “Fotografia di Gesù”. Il video in questione illustra le richieste varie, e oserei dire pazzesche, che arrivano ogni giorno all’archivio, foto di Gesù, foto dello Yeti, Jack lo Squartatore, gruppi di persone sulla luna ecc.ecc. Lo stile ricorda il documentario con parti animate in 2d e stop motion, molto simpatico.

Clicca sull’immagine per il video.

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