Marco Mucig

L’idea che ha avuto Marco Mucig per la sigla del Bicycle Film Festival può essere definita “grafica in movimento” nel vero senso della parola.
Persone che “vestono” delle lettere e poi corrono con biciclette di ogni genere per la città. Ecco cosa dice l’autore di questa esperienza.

Come è nata la collaborazione con il BFF?

La collaborazione con il BFF è nata l’anno scorso, quando ho realizzato un flyer per la festa finale
Per l’edizione di quest’anno invece Brendt Barbur (fondatore del BFF) mi ha chiesto di seguire tutta la comunicazione del Festival a livello internazionale

Come è stato girare a Toronto?

Nonostante le poche ore di sonno e il jetlag sono riuscito insieme a Benny Zenga e Sean Corcoran a costruire, coordinare e far mouvere per la città un gruppo di lettere di cartone su delle biciclette! è stata davvero una follia: guidare le bici era difficilissimo, figuriamoci muoversi in modo coordinato.
La gente poi impazziva quando ci vedeva per strada: tutti correvano per chiedere cosa stavamo facendo o a fare foto! Le riprese sono state interrotte un sacco di volte con la gente che entrava in campo o i flash che rovinavano i materiali: insomma un delirio hehehehe

Come ti è venuta l’idea di fare le lettere in bicicletta?

L’idea mi è venuta nella ricerca di creare una campagna che funzionasse sia per la stampa che il video. In realtà come per molti altri lavori mi immaginavo solo alcuni frame, come l’immagine iniziale delle ombre. Poi da lì ho costruito lo storyboard finale mentre ero a Toronto e vedevo le location e sapevo quante bici e quali bici avevo a disposizione

BFF ‘09 Trailer – Bicycle Film Festival hits Europe, Australia, Japan

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BFF ‘09 – Bicycle Film Festival trailer 2009

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Articolo redatto da Stefano Paron

Minivegas. Responsive Sculptures.

Il collettivo multinazionale Minivegas, di base a Londra, nasce quattro anni fa dall’idea di tre studenti della Bournemouth University. Le loro prime sperienze nella produzione video son da ricondurre ad una collaborazione con il blasonato studio Glassworks, ma ben approderanno all’advertising ed alla industria musicale, con Videoclips per band come The Cribs, Maps e Infadels. A questo tipo di produzione, Minivegas ha di recente affiancato la sponsorizzazione artistica attraverso la Vegas Gallery, spazio espositivo che punta l’attenzione sulla curatela indipendente, con un’attenzione particolare ai fermenti creativi di artisti Olandesi, Belgi e Svizzeri (nazioni di origine dei fondatori).

Il loro ultimo progetto è Responsive Sculptures, una rappresentazione 3D della Vegas Gallery dove l’utente può interagire con delle sculture virtuali generate da impulsi sonori. Questo prototipo di programma, definito “Visualiser”, permette la creazione di geometrie astratte che si sviluppano nello spazio a partire da input musicali. L’algoritmo FFT analizza la frequenza spettrale dei brani provenienti da cd, e la visualizzazione dei dati raccolti funge da base per le dinamiche e le relazioni grafiche. Le modalità grafiche utilizzate sono le più svariate: sistemi particellari, clipping poligonale casuale, metaballs, poi contestualizzate in ambienti filmati o render. La fruizione dell’opera, inoltre, è navigabile da parte dello spettatore.

I Minivegas non son nuovi a questo tipo di operazioni: ricordiamo la loro partecipazione al progetto Advanced Beauty dello studio Universal Everything, piattaforma di collaborazione tra programmatori, artisti, musicisti, animatori ed architetti per la creazioni di “audio-reactive” video sound sculptures”.

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Articolo redatto da Didier Falzone

Daniel Franke

Daniel Franke sperimenta con After Effects per ottenere delle “Sound Sculptures”, delle strutture virtuali che si modificano in base alla musica.
Per il video One Minute Sound Sculpture si è basato sull’algoritmo chiamato : Fast Fourier transform. L’autore dice: ” Cerco di creare una animazione/scultura generata da dati in cui l’ossevatore può essere condotto. Lo schermo non funziona da cornice o da piano, ma diventa una stanza virtuale che può essere esplorata attraverso lo spazio e il tempo. In One Minute Sound Sculpture” lo spettatore è virtualmente posizionato all’interno di una mostra dove guarda una scultura (…) L’analisi del suono è stata fatta con FFT mentre i movimenti di camera sono stati catturati con il camera-tracking.”

Articolo redatto da Stefano Paron

Sandro Lodolo

Per uno strano gioco del destino lo stesso giorno in cui è scomparso Mike Bongiorno è deceduto Sandro Lodolo: ideatore e realizzatore della sigla del programma televisivo a quiz Rischiatutto.

Sandro Lodolo fu l’ideatore delle sigle di molte trasmissioni della Rai. Lavorò in RAI per trenta anni e ha curato la sigla di numerosi caroselli, la sigla di Tv7 e quella della storica diretta dell’atterraggio del primo uomo sulla Luna nel 1969.

Da wikipedia.org: “Nel 1953, diplomatosi grafico pubblicitario, insegnò lui stesso tecnica di animazione nel medesimo Istituto. Nel 1955 realizzò alcune sequenze animate per un film musicale di Xavier Cugat ed entrò come collaboratore ai servizi giornalistici televisivi della RAI per la quale progettò e realizzò anche degli inserti animati per Canzonissima di Garinei e Giovannini. Tre anni più tardi lasciò la RAI ed aprì uno studio pubblicitario in società con un ex compagno del (C.I.A.C.), Ermanno Biamonte. Nello stesso anno conobbe Pino Pascali che collaborerà con lui per dieci anni. Nel 1958-1959 realizza, con la collaborazione di Pino Pascali, alcuni spot per Fleurop, Amadis, Abiti Monti, Autoservizi Maggiore, Conserve Baratta e Ferrovie dello Stato. Nel 1960 fondò, in società con Massimo Saraceni, la Massimo Saraceni Cinematografica (M.S.C.). Sempre avvalendosi della collaborazione di Pino Pascali, realizzò spot pubblicitari, dal vero e in animazione, per Algida, Marga, FF.SS., Squibb, Caffè Mauro, Caffè Camerino, Ariston, Fleurop, Maggiora, Cirio, Amadis, RAI TV, Sacis, Steel USA, Conserve Arlecchino e Argo Elettrodomestici. Nel 1965 lasciò la M.S.C. e fondò la Lodolofilm. In oltre trent’anni di attività realizzerà innumerevoli sigle televisive. Fra le più note, Sapere, Tv7, Incontri, Spazio, Boomerang, Faccia a Faccia, Dossier, Rischiatutto, Prima visione, Break, Tante scuse, Colazione allo studio 7, L’approdo, Domenica in…, Flash , TG1 e Fantafestival. Ha prodotto e realizzato centinaia di caroselli e spot televisivi fra cui Algida, Marga, Strega Alberti, Radiotelefortuna, Petrini, Dieterba, Curcio Editore, Totocalcio, Enalotto, Alco, Toseroni, Arena, Fiorucci, Barilla, Wilkinson, Unedi, Ariston, Spigadoro, Fleurop, Ministero della Sanità (campagna donazione organi) e Cassa di Risparmio di Roma. E documentari e film industriali per Enel, Fiat, CNEN, IRI, Esso, Marina Militare, Regione Sardegna, Regione Abruzzo e Dipartimento Scuola Educazione RAI TV. Ha realizzato le sigle di testa per i film Top Crack, Le Fate, Io tigro, tu tigri, egli tigra, Il colonnello Buttiglione diventa generale, Vogliamo i colonnelli e Il rompiballe. Nel 1991 realizzò un film sperimentale in animazione dal titolo Pianeta Acqua e l’anno successivo, in occasione del 500° anniversario della scoperta dell’America, scrisse e produsse il film La grande scoperta, realizzato in animazione con la tecnica del passo-uno”.

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Articolo redatto da Sergio Damele

Gulliver? No… le Olimpiadi

Fx&Mat ha realizzato questo video per le prossime olimpiadi del 2010. Il lavoro è stato prodotto dalla Nexus. Gli autori ci passano sia il filmato finale che il making of che regala quel tocco di fascino in più. Il progetto ha già ricevuto diversi riconoscimenti tra cui il Premio d’Eccellenza al Siggraph. Per approfondire inseriamo il link diretto alla scheda del video sul sito del Comitato Olimpico Internazionale (in inglese).

Making of

Dustin McLean: Play

Dustin McLean è un animatore (lui si descrive anche apirante filmmaker) e i suoi lavori li troverete facilmente online. Come Play (e il seguito Play More), descritto dallo stesso McLean come: “… una festa animata per gli occhi e le orecchie”.
La tecnica d’animazione usata è quella del rotoscopio: in questo caso molto semplice ma efficace.

Play

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Play More

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Articolo redatto da Sergio Damele

MK12

Gli MK12 sono tornati, questa volta con uno spot in collaborazione con il regista Marc Forster e Swiss International Air.
La realizzazione di questo video è tecnicamente perfetta, la fluidità, la musica (di Brian Reitzell) e lo speaker donano un’atmosfera pacata esaltando il concept dello spot.

Rymdreglage: 8-bit Trip

Se sei mesi vi sembrano tanti per realizzare un lavoro, ricredetevi guardando 8-bit Trip: un video musicale realizzato a passo uno col Lego. Il filmato celebra i giochi del computer degli anni ‘80. Realizzatori di questo capolavoro è il gruppo svedese Rymdreglage composto dal duo creativo Daniel Larsson e Tomas Redigh. Non sorprende che sia diventato uno dei video più cliccati su YouTube. Sarebbe interessante sapere qualcosa di più sui loro lavori ma il loro sito non soddisfa la curiosità.

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Articolo redatto da Sergio Damele

Fabio D’Orta

A dispetto di tutti gli esterofili, noi di motiongraphics.it cerchiamo il talento italiano per dargli visibilità come nel caso di Fabio D’Orta, un giovane regista che ha realizzato dei lavori molto interessanti. Soprattutto il suo corto NEON, ancora in lavorazione, mi ha intrigato e Fabio mi ha svelato che: “Gli effetti speciali di NEON (pur sembrando digitali) sono una combinazione di modellini reali e riprese ad attori. Abbiamo ricostruito un modellino di un ufficio di circa 5m x 5m (calcola che i neon sul soffitto saranno stati non più di 20 cm), e utilizzato dei modelli in scala della creatura di cartone, mossa con le mani. Il tutto poi compositato in digitale applicando i visi degli attori (ripresi su green screen) sui cartoni. I volti degli attori ripresi su fondo blu sono stati sagomati per meglio seguire le pieghe dei cartoni, trakkati ai cartoni stessi e compositati virando il colore. Questo è stato il mio primo lavoro che per ora resta purtroppo incompiuto. Tutti gli altri miei video sono invece creati con animazioni in 3D e poi compositati.”

Tutto 3D? Strano perchè mi sembrava che il video Urban Screen fosse un misto di tecniche: passo uno, animazione 2D e poi il tutto compositato. Invece Fabio mi rivela: “Il video Urban Screen per il mega schermo di piazza Duomo è come dici tu una fusione di riprese dal vero (come quando disegno), e elementi 3d, ma non c’è passo uno.”

Il lavoro che mi ha fatto notare il talento di Fabio D’Orta è stato il video musicale To The Top per il gruppo This Grace: “Nel video THIS GRACE / TO THE TOP ho utilizzato riprese dal vivo del gruppo (su green screen) poi compositate insieme, ma tutto il resto è digitale. Il set è ricostruito in 3d attraverso un mio matte painting.”

Showreel



NEON trailer

Urban Screen

This Grace: To The Top

Articolo redatto da Sergio Damele

Apparati Effimeri

Lo confesso: ho scoperto questo gruppo di videomakers attraverso il sito della rivista britannica Shots.
E’ un buon segno che se ne sia parlato prima all’estero e fantastico che un periodico così prestigioso se ne sia occupato soprattuto sapendo che gli anglosassoni non sono esterofili e non prendono noi italiani, nel campo delle arti creative/grafiche, molto in considerazione, anzi. Ma Shots ha definito cool non solo i loro lavori ma pure il loro nome (quindi smettiamola di fondare società/aziende con nomi in inglese!).

Apparati Effimeri è un collettivo di video artisti nato a Bologna composto da Marco Grassivaro, Federico Bigi e Roberto Fazio; che si occupa di allestimenti video per concerti e live set.

Interessante è il loro studio degli spazi sia dal lato tecnico che spettacolare, come si legge dal loro sito: “Le superfici di proiezione esulano dal classico schermo in 4:3 per avvolgere invece il pubblico in ambienti immersivi, con l’utilizzo di proiezioni estese multiscreen, attraverso l’utilizzo di schermi creati appositamente per gli spazi, oppure proiettando direttamente le immagini su pareti ed oggetti preesistenti. I contenuti, creati ad hoc e sincronizzati all’audio (attraverso l’analisi dello spettro delle frequenze) vengono creati live, seguendo le prospettive ed i limiti degli spazi di proiezione, creando quindi un effetto scenico unico ed irripetibile.”

Showreel

Performance

Articolo redatto da Sergio Damele