I nostri cugini francesi di Kromotion ci annunciano la nuova uscita della loro e-zine, Kromag, rivista elettronica dedicata al mondo della motiongraphics internazionale.
In questo numero abbiamo anche un’interessante intervista a Logan e Tronic, due studi di rilievo dei quali ci siamo occupati anche noi parecchie volte.
Da questo link potete scaricare l’ultima uscita di Kromag e naturalmente le precedenti.
Ecco un vecchio video che ci ricorda quando gli effetti speciali si facevano completamente a mano.
Backstage per l’intro di un programma della HBO del 1980.
E’ molto interessante perché ci fa vedere esattamente da dove siamo partiti, a volte non ci rendiamo conto di cosa abbiamo adesso tra le mani. L’evoluzione dal punto di vista tecnico, degli strumenti e dei software è stata enorme.
I pop up books hanno sempre affascinato i bambini ma anche gli adulti, sono un fantastico modo per creare ambientazioni fantastiche e surreali.
Lo stesso effetto strabiliante viene aumentato quando ci sono le immagini in movimento o quando le pagine del libro servono come transizione per l’animazione.
Su MG ci sono stati già altri articoli che riguardano i pop up books, ma qui voglio mostrarvi il making of del film Enchanted (2007 Walt Disney).
Lo studio Reel Fx Entertainment spiega come hanno prodotto le transizioni per il film e di come sia stato difficile concepire la struttura delle animazioni.
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Il secondo video è di Asif Mian per il videoclip “Fast Cars” di Aesop Rock.
In questo caso l’animazione è a passo uno, molto più grezza e scarna, ma tutti gli effetti pop up sono stati fatti a mano e molti frames sono stati stampati e incollati sul libro che viene sfogliato.
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Director: Asif Mian
DP: Valentina Caniglia
Art Director: Asif Mian
Producer: Chesley Heymsfield
Post Production: Evaq Studio
Dal 28 gennaio al 1 febbraio 2009 si svolgerà a Berlino la nuova edizione di Transmediale.
Tema di quest’anno è Deep North, dedicato alle più profonde zone di sensibilità artistica e culturale, e ai processi di trasformazione che coinvolgono le regioni desertiche e polari, fino ai profondi mutamenti della tecnologia moderna.
Vorrei segnalare due eventi:
WED 28.01.22:00 MARIA AM OSTBAHNHOF – 2nd Stage
Première per ClubTransmediale 09: Raster Noton ( vale a dire il duo Carten Nicolai – Olaf Bender ), presenta per la prima volta Rhythm Screen, performace che li vede giocare con luci, suoni ed architettura allo stesso tempo.
Superfici a specchio rifletteranno e spezzerano proiezioni video controllate dalla musica.
(Carsten Nicolai), Byetone (Olaf Bender), SND e Frank Bretschneider creeranno per gli spettatori un ambiente immersivo, un complesso gomitolo di sinestesie, una “dancehall senza tempo”, come l’hanno definite.
raster-noton – archiv für ton und nichtton è il sito gestito da Carsten Nicolai e Olaf Bender ed è sostanzialmente una piattaforma/network che racchiude arte, scienza, e quant’altro. Raster-Noton nasce dalla fusione di due etichette rastermusic e noton (nel 1999) e si dedica all’esplorazione sistematica e radicale del concetto di minimalismo elettronico, a partire dal packaging del catalogo fino alla composizione audiovisiva e alle opere d’arte installativa.
Corpora in Si(gh)te Jan 27 – Mar 8 (opening: jan 26, 19:00) at- CHB – Collegium Hungaricum Berlin
Installazione già presentata a Venezia alla fine del 2008, Corpora in Si(gh)te crea, attraverso l’uso di un gran numero di sensori che interagiscono tra loro e creano una maglia di connessioni partendo dai dati raccoli ) potenza del vento, umidità, luminosità, temperatura…), una struttura architettonica che potremmo più che altro definire un vero e proprio corpo dinamico. Un organismo vivente che ci propone una rappresentaizone in continuo mutamento dello spazio circostante. Corpora è una costruzione virtuale in continuo cambiamento, la quale progetta una struttura architettonica nello spazio reale con l’aiuto di un programma speciale, accordando continuamente gli elementi esistenti dello spazio e i movimenti realizzatisi nello spazio.
Un progetto di doubleNegatives Architecture (dNA), studio che comprende architetti, designer, sound & visual artists e grafici (da Giappone, Svizzera ed Ungheria) , il cui “leader” è l’architetto Sota Ichikawa, famoso per i suoi studi riguardo mezzi e metodi di misurazione dello spazio (progetto Gravicells – Gravity and Resistance, in collaborazione con Seiko Mikami,).
“La struttura Corpora si adatta al suo ambiente come un organismo vivo, reagisce ai cambiamenti dell’ambiente, offrendo cosi la visione di un’architettura che vive in un’armonia dinamica con il suo ambiente .
Corpora genera il dialogo tra le possibili interpretazioni dell’architettura organica, diverse tra di loro nel tempo, tradizione e tecnologia, ma vicine nella visione; i costruttori dimostrano la trasformazione del pensiero architettonico tradizionale: siamo di fronte alla testimonianza del movimento convergente di architettura, design e media art.” (brano tratto dall’introduzione al catalogo di Gyula Július)
Parte II: Eccesso d’informazioni. Pupazzi, nausea e video-stars.
The Information (2006), il successore dei Gueri, è carta bianca creativa e completo D.I.Y. sin dall’artwork, ovvero un quadrato di carta millimetrata accessoriato d’un tot di stickers per personalizzarlo. L’album esce in edizione deluxe con un folle dvd: una raccolta di video, uno per ognuna delle canzoni dell’album. A dirigerli, oltre allo stesso Beck, il produttore Nigel Godrich (noto al grande pubblico per la sua collaborazione con i Radiohead) e la fotografa americana Autumn de Wilde (fotografa di Elliott Smith, tra gli altri). Il concept del lavoro è molto semplice: nessuna alta tecnologia, nessuna finezza compositiva, solo rudi filmati su green-screen maleducatamente lavorati in post-produzione. Ancora una volta, così come avvenuto in Guero Dvd, l’obiettivo è realizzare una versione visual dell’album, e la mossa rivela una piena consapevolezza dei subentrati modelli di fruizione della musica on-line. Se c’è infatti chi ascolta interi album in anteprima su YouTube, nulla di meglio che un video ad hoc per brano.
Se le blips di Thom Yorke e soci eran leggere pasticche monodose, le clips di Beck son colorate tavolette effervescenti, capaci di far frizzare un’intera bottiglia.
Ovviamente, ampia attenzione vien prestata anche al mercato tradizionale del video: Cell Phone’s Dead è un elegante morphing continuo tra uomo ed arredo d’interni concepito da Michel Gondry. Suppellettili volanti, porte animate ed una città espressionista sullo sfondo: atmosfere magicamente editate da Fly Studio (3D, color-correction, compositing). Un universo elegante, affascinante. Forse pure troppo: Cell Phone’s Dead ha dunque anche il suo doppio lo-fi, sporco confuso e popolato da personaggi assurdi: non si può non pensare a Rambo, Jane Fonda e Falco. Tutto nello stesso video.
Anche Nausea ha un suo video ufficiale, girato da Patrick Daughters (Yeah Yeah Yeahs, Feist) di The Directors Bureau. Si tratta di un’ideale continuazione della promenade losangelina del video di Girl, vista però da un punto vista ben diverso: la scottante realtà della finzione. Complici le suggestioni cinematografiche di un The Truman Show, (ma anche della fotografia di un Crewdson o un Lorca diCorcia) i visionari e sincronizzati avvenimenti della realtà vengono svelati per quello che sono, ovvero attente ricostruzioni messe in scena in una città-set.
Ma ovviamente non basta. La Nausea produttiva prevede un secondo video sullo stesso brano totalmente interpretato da pupazzi. Creati da Puppetown Productions e animati da alcuni dei professionisti che avevan dato vita a Team America, sono i protagonisti di una clip diretta dal poliedrico Keith Megna. Che, tanto per gradire, realizza un video anche per We Dance Alone portando in giro per la città un enorme pupazzo gonfiabile.
Da notare come, conscio del valore aggiunto del visual, Beck porti spesso elementi anticipati dai suoi video nelle esibizioni live. Così come si era fatto accompagnare dagli orsi-rappers del video di 1000bpm, dividerà il palco anche con gli alter-ego pupazzo che lo accompagneranno per tutto il tour.
Il 2008 è l’anno di Modern Guilt. L’album esce a Luglio, ma ovviamente la vena produttiva di Beck non ha pace: già nel mese di Giugno circola sulla rete un trailer del nuovo album. Un montaggio in bianco e nero di warholiana (e William Klein-iana) memoria anticipa contenuti ed immagini dell’album imminente. Nulla è lasciato al caso, ed il classico promo diventa così opera a se stante, stuzzicante aperitivo del lavoro che verrà che, tra edizioni classiche, ri-edizioni redux e camei dal grande schermo, si avvicina sempre più ai modi comunicativi del cinema pur rimanendo videoclip.
Il primo singolo estratto è Gamma Ray, il video è diretto da Autumn de Wilde. Tutte le caratteristiche visive tipiche sono presenti, ma il prodotto finale si avvicina molto di più al videoclip tradizionalmente inteso: è un equilibrio sottile tra non-sense, trovate classiche e puri piaceri visivi. E’ questo equilibrio la vera forza implicita; l’apparente caos ha in realtà un suo ordine ed un precisissimo diktat estetico: il bianco e nero sgranato alternato al colore, i curiosi primi piani,i molteplici rimandi alle avanguardie – sia nello stile, che nei contenuti.
Ma, come nel caso di CellPhone’s Dead, anche qui Beck sente la necessità del doppio sporco, arty e cattivo: nasce Gamma Ray Redux. Il risultato è pero molto elegante nel suo essere rude, sarà per il fascino della bellissima e controversa Chloe Sevigny, qui in versione body-painted, sarà per l’immaginario visivo di Jess Holzworth, fashion-designer prestata al video i cui collage sono stati animati da Eight VFX (lo studio dietro i famosi commercial HP diretti da Olivier Gondry).
Consueta passeggiata per Los Angeles nel video in b/n di Modern Guilt, uscito in contemporanea (Ottobre 2008). Qui però è lo stesso Beck il regista (così come nel precedente Orphans) e partorisce un semplice, buffo ma dolce cortometraggio con finale a sorpresa.
Infine, ma certi che nel frattempo qualche altro video sia in corso, l’ultima creazione: il video per Youthless realizzato dall’australiano Kris Moyes, affiliato di The Directors Bureau.
Qui fascinazioni piuttosto diffuse, quali i pupazzi e la stop motion, vengono portati ad un livello superiore: Moyes da vita ad una stramba galleria di fantocci Beck-simiglianti rivelando una creatività ed un’originalità eccezionali. Più motion-sculpture che graphics, vediamo succedersi il metallico Becktallica, il marmoreo Beckhoven, la star David Beckhand, in un gioco di ruoli e di scambi che ben descrivono le molteplici personalità del nostro Eroe Mutante.
La più famosa forma artistica legata alla carta è sicuramente l’origami.
Da secoli si producono fantastiche opere con semplici fogli di carta.
Le forme che si possono costruire sono infinite, ma l’abilità tecnica si acquisisce solo con il tempo.
Il sito origamitube.com presenta molti video tutorials per la creazione di forme di ogni genere, e spiega anche come animare in stop motion una cicogna-origami.
Nel mondo dell’animazione le cose si fanno molto più complicate e spesso le figure diventano molto più elaborate; come nel caso dello spot diretto da Olivier Gondry per Orange che da una semplice barchetta si arriva a costruire un razzo spaziale.
Lo studio Version 2 nel 2006 produsse un fantastico video di presentazione degli sponsor dello AICP.
Questa sigla esplora diversi mondi creando sequenze fantastiche e transizioni incredibili.
Logicamente il tutto è stato creato con la computer grafica, ma l’effetto cartaceo risulta molto credibile.
“mtv makes me wanna smoke crack fall out of the window and I’m never comin back mtv makes me wanna get highcan’t get a ride no matter how I try, and everything’s perfect, and everything’s bright, and everyone’s perky, and everyone’s uptight. I love those videos I watch ‘em all day”
Beck Hansen, o semplicemente, Beck, è un gran casinista.
Non è questione di suoni, non è questione di mix. E’ una questione di approcci.
Se la prima necessità d’un musicista è quella di ritagliarsi un ruolo nel complesso sistema dello show-business, Beck ha optato per il collage: le fonti sono riconoscibili, ma l’accostamento è bruto, la colla sbava sulle immagini.
L’alternative loser annoiato da Mtv, in particolare, ha sempre avuto un rapporto speciale con la forma videoclip, intesa come insostituibile complemento del suono. Complice Gondry, ad esempio, ha creato piccoli capolavori del genere (Deadweight nel 1997 e Cellphone’s Dead nove anni dopo) e, con il passare degli anni e l’evoluzione del suo percorso artistico/ musicale, ha abbracciato sempre più i versanti dell’animazione e della sperimentazione.
Grafico, fotografo e artista nella vita privata, nipote di quel Al Hansen habituè della Factory che con Yoko Ono e John Cage animò il movimento Fluxus, Beck va senza subbio oltre la figura del musicista che utilizza i video per promuovere i suoi album. Stop motion, cartoon-style, pupazzi e travestimenti; motion graphics hi-tech e deliri di scontorni: avvalendosi delle migliori menti creative, ha messo su un repertorio visivo dall’immaginario coerente e fortemente evocativo. In particolar modo, ci interessa la fase più recente della videografia Beckiana, ovvero quella successiva ai riflessivi orizzonti di Sea Change. Molteplici le tecniche, i colori, i movimenti e le modalità di “musica in movimento” che hanno accompagnato i suoi ultimi album.
“Guero” (2005) album spiazzante e sghembo frullato dalle molteplici ispirazioni, è presentato al pubblico con il singolo E-Pro.
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In un immaginario Dia de los Muertos messicano, Beck diventa centro dell’universo per le geniali menti del collettivo Shynola: sospeso a mezz’aria ed animato da veri puppetters tramite dei fili, viene calato in scenari al neon tra cimiteri e scheletri danzanti, dando vita ad una sorta di “incubo prenatalizio” beck-style. Due mesi di post-produzione dopo, il video era pronto, tranne che per il finale. E così rimase. Primo video che può permettersi di finire così, di schianto.
Il secondo singolo estratto è Girl , e la qualità dello studio coinvolto rimane ad altissimi livelli. E’ infatti il turno di MotionTheory che, anticipando l’esplosione della pop-up mania nei video musicali, riesce addirittura ad andare ancora oltre.
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Prendendo ispirazione dai geniali fold-in di Al Jaffee su Mad Magazine, la natìa Los Angeles viene ripiegata su se stessa come in una complessa sessione di origami. Conscia del grande effetto della soluzione, MotionTheory utilizzerà in seguito il giochino anche in un commercial per la HP.
Il terzo singolo da Guero è Hell Yes, affidato a Garth Jennings, di Hammer & Tongs. Ovvero i realizzatori di video memorabili come “Coffee&Tv” per i Blur , “Imitation of Life” per i R.E.M e “Right Here Right Now” per Fat Boy Slim.
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Per Beck mettono in scena quattro attori davvero speciali: gli unici esemplari esistenti all’epoca di robot QRIO della Sony. Tre settimane di programmazione Made-in-Japan per ciascun robot per poter creare le coreografie del video. E qui non è tanto la tecnologia il punto focale del discorso,ma piuttosto il modo di proporsi visivamente: la medesima ispirazione robotica che diventa intima e sensuale nella Bjork cunninghiama di All is Full of Love, è in Beck ironica e cabarettistica. Nessuna concentrazione sul sensazionalismo tecnologico: interferenze e sovrimpressioni richiamano lo stile video tipico di Beck.
Il video per Black Tambourine prende invece vita da un progetto artistico collaterale di Beck. Il regista Adam Levite, in arte Associates in Sciences realizza l’animazione tramite la conversione frame by frame del girato in caratteri ASCII e i tipi di GrandMediaInteractive si occupano della messa in moto dei caratteri. La cosiddetta ASCII Art conobbe un certo successo in quel periodo, considerata anche la relativa semplicità della lunga operazione.
“Gameboy Variations” è invece un EP, uscito nello stesso anno, contenente dei remix di Guero, e Beck non perde occasione per proporre nuovi video, sebbene soltanto on-line. Se il game-boy è uno dei mezzi di produzione di suono, i video non potranno che essere ad 8 bit, così Hell Yes diventa Ghettochip Malfunction con un’animazione diretta da Mumbleboy, artista old-school che crea una sorta di videogioco primi anni ’80 zeppo di animazioni flash sghembe e dai colori vividi.
Il brano Que’ Onda Guero, remixato e diventato Gameboy/Homeboy, mantiene l’immaginario 8bit traducendolo in un flash sporco e infantile.
Autori del video sono E*Rock e Paper Rad, introdotti al mondo dell’animazione proprio dall’amico comune Mumbleboy; soddisfatti dell’esperienza, i due formeranno in seguito a questa collaborazione il collettivo Wyld File. Clarificatorio dello stile, il Dogman 99 che si sono imposti: “no Wacom tablet, no scanning, pure RGB colors only, only fake tweening, as many alpha tricks as possible”. I Wyld File realizzeranno altri due video per l’EP: Bad Cartridge e, sullo stesso stile, Bit Rate Variations in B-Flat, a completare la trilogia.
I progetti artistici collaterali a Guero, e nuove elaborazioni video sono stati poi raccolti in un DVD realizzato da D-Fuse, collettivo multidisciplinare che spazia dall’arte alle performance, dai visuals ai videoclip. Specialisti nel campo degli audiovisuals, hanno anche curato un libro sull’argomento, edito da Laurence King Publisher: “VJ: Audio-Visual Art + Visual Culture”.
Il DVD Guero è una interpretazione della musica di Beck sotto forma di visuals: ben trentuno “textural movies” e “vision-scapes”, due animazioni video per ciascuno dei tredici brani, tre set di sottotitoli grafici attivabili a piacimento. Combinando le diverse possibilità si possono ottenere ben 104 esperienze visive diverse e personali, dando vita ad un prodotto unico nel suo genere che rappresenta l’apice dell’esperienza visiva/auditiva.
La band si chiama Metronomy: vengono da Londra, suonano qualcosa che potremmo definire elettropop e, a giudicare dalle camicie, hanno eletto Magnum PI ad icona di stile.
Il video di “A Thing For Me”, spassosissimo, è stato realizzato dal collettivo francese Megaforce, ovvero Raphaël Rodriguez e Charles Brisgand di SPAM!, Clement Gallet e Leo LeBug. Attivi in vari settori, dalla pubblicità alla musica, i quattro designers hanno deciso di metter su la label Megaforce, esclusivamente dedicata ai video musicali.
Abbiamo chiacchierato con Charles e Raphaël per farci raccontare qualcosa su questo lavoro.
Da cosa nasce l’idea alla base del video? Siete stati colpiti da un pallone durante una sessione di karaoke?
Eravamo tutti quanti dei calciatori prima. In realtà è proprio così che ci siamo incontrati, quindi il pallone è per noi un elemento speciale. E l’idea del karaoke è venuta poi spontanea.
Che mi dite della location? Gli interni della casa à sono un po’ à la Martin Parr ..
Abbiamo trovato la casa tramite un nostro amico. Avevamo a disposizione o questa o un appartamento di sole due stanze di un metro e mezzo d’altezza…. Beh, abbiamo scelto la casa!
Cosa avete utilizzato per la post-produzione?
Praticamente abbiamo fatto tutto con iMovie, poi il nostro amico Fred ci ha aiutato con la palla 3D realizzata in SketchUp.
Potete rivelarci qualcosa sul vostro manifesto “lo-fi”? Suvvia, lo so che ne avete uno!
Ma no, nessun manifesto “lo-fi”: è soltanto che non avevamo grossi budget a disposizione! I video “a bassa fedeltà” dipendono fondamentalmente dalle possibilità economiche, e poi – certo – dal tipo di idea e dalla band. Ci siamo inseriti nel mondo dei video musicali da poco (i video per Late of the Pier e Naive New Beaters. Ndr.), e vogliamo esplorare quante più direzioni possibili.
Clicca sull’immagine per vedere il video.
Credits:
Client: Metronomy
Production Company: El Niño/ Soixan7e Quin5e, Paris
Director: Megaforce
L’artista americano Evan Roth, fondatore insieme a James Powderly del Graffiti Research Lab, che ha conseguito il master in analisi dei graffiti e illustrazione tipografica presso la Parsons The New School for Design, ha realizzato il nuovo video di Jay-Z, “Brooklyn Go Hard”.
Usando solo i caratteri tipografici della parola Brooklyn vengono visualizzati i volti dello stesso Jay-Z e dello scomparso The Notorious B.I.G..
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