The Monk The Monkey

Anche se molti articoli sono su motionographer stranieri siamo sempre alla ricerca del talento italiano, oggi infatti vi proponiamo un lavoro a più mani, tra cui anche italiane. The Monk & The Monkey è un cortometraggio realizzato da Brendan Carroll e Francesco Giroldini. […]

Cernunnos

Perchè non considerare la Tesi di Laurea un’occasione per mandare un messaggio importante, e trasmetterlo nel migliore dei modi?
E’ questo quello che deve aver pensato Sara Lazzeroni progettando questo video: tre minuti o poco più per raccontare attraverso la leggenda del “Dio Cervo” una storia (purtroppo) vecchia quanto il mondo.

Day Night

Il 7 luglio esce nei cinema italiani Toy Story 3 a cui è abbinato il nuovo cortometraggio, sempre prodotto dalla Pixar, Day & Night diretto da Teddy Newton (già responsabile del design del film Gli Incredibili e del cortometraggio Presto). Il corto è stato descritto come un mix di animazione 2D e 3D che racconta l’incontro […]

Pivot

Pivot è un bel cortometraggio in 3d che quasi ricorda i primi videogame che ancora non potevano godere dei fantastici motori di rendering che utilizziamo oggi. Una bella storia, un uomo scatta una foto a quello che dinventerà l’uomo che vuole ucciderlo… e inizia a correre. […]

Meet Meline

Meet Meline è un cortometraggio di 7 minuti prodotto da Virginie Goyons e Sebastien Laban in 2 anni.
La resa finale è strabiliante pari a qualsiasti produzione cinematografica.In attesa di vedere il cortometraggio potete gustarvi il making of dettagliatissimo. Mostra tutti i passaggi: dalla preproduzione al compositing finale passando attraverso lighting e previsualizzazione. Molto utile per capire il metodo di lavoro non solo per l’animazione 3D ma per qualsiasi produzione video. Il video è in inglese, non dovrebbe essere un problema per chi come “noi” si guarda ore di tutorials. No?

Articolo redatto da Stefano Paron

Gulliver? No… le Olimpiadi

Fx&Mat ha realizzato questo video per le prossime olimpiadi del 2010. Il lavoro è stato prodotto dalla Nexus. Gli autori ci passano sia il filmato finale che il making of che regala quel tocco di fascino in più. Il progetto ha già ricevuto diversi riconoscimenti tra cui il Premio d’Eccellenza al Siggraph. Per approfondire inseriamo il link diretto alla scheda del video sul sito del Comitato Olimpico Internazionale (in inglese).

Making of

Fabio D’Orta

A dispetto di tutti gli esterofili, noi di motiongraphics.it cerchiamo il talento italiano per dargli visibilità come nel caso di Fabio D’Orta, un giovane regista che ha realizzato dei lavori molto interessanti. Soprattutto il suo corto NEON, ancora in lavorazione, mi ha intrigato e Fabio mi ha svelato che: “Gli effetti speciali di NEON (pur sembrando digitali) sono una combinazione di modellini reali e riprese ad attori. Abbiamo ricostruito un modellino di un ufficio di circa 5m x 5m (calcola che i neon sul soffitto saranno stati non più di 20 cm), e utilizzato dei modelli in scala della creatura di cartone, mossa con le mani. Il tutto poi compositato in digitale applicando i visi degli attori (ripresi su green screen) sui cartoni. I volti degli attori ripresi su fondo blu sono stati sagomati per meglio seguire le pieghe dei cartoni, trakkati ai cartoni stessi e compositati virando il colore. Questo è stato il mio primo lavoro che per ora resta purtroppo incompiuto. Tutti gli altri miei video sono invece creati con animazioni in 3D e poi compositati.”

Tutto 3D? Strano perchè mi sembrava che il video Urban Screen fosse un misto di tecniche: passo uno, animazione 2D e poi il tutto compositato. Invece Fabio mi rivela: “Il video Urban Screen per il mega schermo di piazza Duomo è come dici tu una fusione di riprese dal vero (come quando disegno), e elementi 3d, ma non c’è passo uno.”

Il lavoro che mi ha fatto notare il talento di Fabio D’Orta è stato il video musicale To The Top per il gruppo This Grace: “Nel video THIS GRACE / TO THE TOP ho utilizzato riprese dal vivo del gruppo (su green screen) poi compositate insieme, ma tutto il resto è digitale. Il set è ricostruito in 3d attraverso un mio matte painting.”

Showreel



NEON trailer

Urban Screen

This Grace: To The Top

Articolo redatto da Sergio Damele

Mr. Justin Harder

Come primo articolo dopo le meritate vacanze, vi presentiamo il lavoro di Justin Harder.
Creativo, brillante e originale, sono rimasto a bocca aperta dopo aver visionato il suo ultimo lavoro, Opré, un micrometraggio dal sapore onirico che vi presentiamo qui sotto. Nella sezione “work” del suo sito ci sono numerosi esempi di lavori che meritano una visione. Justin scrive, dirige e anima ogni suo progetto.

Opré

Showreel

2009 Harder Montage from Harder on Vimeo.

PATHOS

Oggi siamo lieti di mostrarvi un nuovo cortometraggio PATHOS, completamente made in Italy, sentirete sicuramente parlare di questo progetto, che è stato selezionato al Short Film Corner di Cannes.
I suoi ideatori fanno parte di Illusion, una società di videoproduzioni nata a Genova nel 2003. Titolari di Illusion sono Dennis Cabella e Marcello Ercole. Il gruppo Illusion è formato da professionisti e artisti dell’immagine e della computer grafica impegnati nella produzione e post-produzione di spot pubblicitari, video corporate, video musicali, documentari, cortometraggi, sigle grafiche, effetti speciali per cinema e televisione. Tra i loro clienti sono presenti grandi nomi tra i quali : Costa Crociere, Gruppo Giunti, Rai,Mediaset, Figenpa, Bayer.

Pathos è un cortometraggio di fantascienza di 17 minuti prodotto da Illusion e completamente ideato e realizzato da Dennis Cabella, Marcello Ercole, Fabio Prati. Potenti effetti speciali, dramma sociale e degrado ambientale sono solo alcuni degli elementi di un’opera originale e pungente che ha visto gli autori impegnati nella produzione per circa 3 anni.

Clicca sull’immagine per il trailer

pathos_trailer

La Terra ha smesso di respirare. Il pianeta è soffocato sotto una coltre sterminata di rifiuti. Il cielo, grigio di fumo, incombe sullo scheletro della nostra civiltà. Uomini privi di pensiero e sentimenti, dalla mente atrofizzata, consumano le giornate anelando sogni sintetici. Il loro padrone è anche la loro più grande creazione: Pathos. Il loro lavoro, la loro moneta. Ma l’immaginazione ancora cova, silenziosa, nelle stanze perdute della mente di un uomo.

Gli autori ci dicono L’idea di base nacque durante la lavorazione di un nostro precedente progetto, Strane Coincidenze, un medio-metraggio, diviso in tre atti intrecciati . Una delle tre storie immaginava la vita di un individuo del futuro costretto a pagare le tasse perfino sui propri cinque sensi. Un soggetto che, però, poco si addiceva alle atmosfere “hitchcockiane” di Strane Coincidenze e che necessitava di maggiore elaborazione. Rimase per noi una “buona idea” e decidemmo di sfruttarla per scrivere una storia di fantascienza . L’idea, rispecchia la vita di tutti i giorni: Ci siamo immaginati un futuro,in cui la terra è completamente ricoperta di rifiuti e in cui il consumismo deviato della società fosse arrivato all’eccesso, un modello di vita che portava l’uomo a pagare perfino i propri 5 sensi. A questo si aggiungono schemi predefiniti, in cui le scelte e i pensieri sono già inconsciamente “impacchettati”e “installati” nella mente degli individui. Sono predefiniti i desideri, le sensazioni, i sogni e tutto questo è inglobato in un meccanismo burocratico spietato dai “tempi tecnologici” troppo veloci per la nostra naturale percezione, in cui l’errore non è concesso . Volevamo perciò sintetizzare tutto questo, creando un “mondo nuovo” e dandogli un nome. Pensammo perciò a qualcosa che evocasse il sentimento e la sofferenza, che potesse essere associato a una qualche avanzata tecnologia, che richiamasse il passato e che desse l’idea di un’era ormai dimenticata e lontana. Nacque così Pathos”.

Alcune immagini tratte dallo storyboard.

story_board

Dovevamo creare il mondo del futuro. Volevamo immergere il protagonista e lo spettatore in un’ambientazione verosimile ma al contempo impossibile e surreale. Dovevamo sconvolgere le regole architettoniche canoniche e immaginare tutto ciò che potesse privare di confort e facilitazioni la vita di un essere umano. Abbiamo progettato il mondo di Pathos. L’ambiente cubico e freddo in cui gli utenti del sistema si muovono, vivono e lavorano, è stato ideato per comunicare la scarna semplicità di un mondo futuro in decadenza, in cui valori e sentimenti sono stati dimenticati, in cui si è tornati alla primordialità dell’uomo preistorico e della caverna. In cui la complessità e l’evoluzione delle emozioni umane è andata perduta. Per progettare questo “nuovo e antico” habitat ci siamo ispirati alla fantascienza cinematografica degli anni ‘80/’90 ( vedi blade runner, brazil,cube), alle atmosfere cyberpunk dei romanzi di William Gibson e all’esasperata grafica dei fumetti “manga” giapponesi di Masamune Shirow e Katsushiro Otomo. La soluzione per noi più adatta alla realizzazione delle scenografie era la computer grafica. Abbiamo modellato tutti gli elementi di scena, la struttura della stanza, i meccanismi, le tubature. Abbiamo disegnato la ruggine e il logorio del metallo per sottolineare maggiormente l’abbandono della struttura e l’isolamento sociale. Abbiamo ricreato l’illuminazione virtuale delle scene ispirandoci alla fioca atmosfera delle cattedrali romaniche. Grazie all’esperienza maturata durante la realizzazione di spot pubblicitari e video commerciali e grazie all’impiego della tecnologia digitale, siamo riuciti a dare vita al nostro “mondo del futuro”, un mondo che offre una visione apocallittica di quello che ci aspetta.

Clicca sull’immagine per il backstage

pathos_making

I processi creativi di Pathos si sono susseguiti dalla pre-produzione alla post-produzione per un periodo durato quasi 3 anni, utilizzando solo il tempo extra-lavorativo, essendo un progetto autoprodotto. Il film è stato completamente girato utilizzando la tecnica del bluescreen (“Matrix”, “300”, “Il Signore degli Anelli”, “Sin City”,…). Lo scopo era quello di visualizzare, nei minimi dettagli e nel modo più credibile, gli ambienti futuristici in cui il protagonista vive e lavora. Prima di ricorrere alla computer grafica, naturalmente,sono stati stesi un soggetto e una sceneggiatura che potessero funzionare e comunicare bene l’idea. Si è passati poi alla creazione dei disegni preparatori per le scenografie e i costumi. E’ stato previsualizzato e disegnato l’intero film in forma di storyboard, inquadratura per inquadratura. L’elaborazione del make-up, la costruzione delle protesi in silicone e la preparazione dei finti innesti celebrali hanno richiesto molto tempo e molta attenzione. Le riprese live-action sono state effettuate in alta definizione negli studi di Illusion e sono durate parecchi giorni. La post-produzione, per l’importanza degli effetti digitali e il numero delle scene da realizzare (più di 150), è durata quasi 3 anni. Per i rendering delle scene in computer grafica 3d sono state utilizzate solamente 2 workstation dedicate che hanno elaborato 25.000 fotogrammi. Il doppiaggio infine ha visto la partecipazione e supervisione di Roberto Pedicini, famoso e pluripremiato doppiatore cinematografico (Kevin Spacey, Jim Carrey, Javier Bardem,…)

Clicca sull’immagine per la versione di 2 minuti

pathos_2_minutes

Pathos è stato prodotto con un budget limitatissimo.
Nella fase di pre-produzione abbiamo dovuto affrontare il problema di come realizzare il progetto e con quali attrezzature. Dopo la stesura del soggetto, rendendoci conto della complessità tecnica del film, la preoccupazione maggiore derivava dall’impossibilità di ottenere un budget ingente. Avevamo pertanto due possibilità. La prima era quella di trovare i fondi necessari attraverso il supporto di un produttore. La seconda era quella di fare un investimento personale e acquistare, nel tempo, le attrezzature necessarie per la realizzazione del progetto. Quest’ultima ipotesi, avrebbe sicuramente allungato i tempi di produzione, ma ci sembrava quella più praticabile. L’arrivo dell’alta definizione apriva nuove possibilità. Sul mercato arrivavano le prime camere High Definition low budget. Il cortometraggio è stato girato con una camera HDV ( Sony HVR-Z1). Inoltre, nei mesi successivi, a ridosso dei primi giorni di produzione, abbiamo acquistato 2 workstation dedicate alla grafica 3d e potenziato il nostro sistema di montaggio AVID. Nel corso di questi 3 anni di produzione abbiamo lavorato sempre in 3 e sempre intensamente. Con la determinazione e voglia di dimostrare che, con idee giuste e creatività, potevamo realizzare un prodotto di eccellente qualità.

Da parte nostra un grosso in bocca al lupo a Pathos e ad Illusion.

Supinfocom: Yankee Gal

Supinfocom è un’università francese fondata nel 1988 a Valenciennes. Nel novembre 2007, la rivista americana 3D World l’ha classificata prima per i premi ricevuti in tutto il mondo dai propri alunni.

Antoine Perez, Céline Desrumaux, Francois Pons e Gary Levesque sono quattro studenti della Supinfocom che hanno realizzato il corto d’animazione Yankee Gal. La storia si svolge durante la seconda guerra mondiale con protagonista un pilota d’aereo.

I ragazzi hanno impiegato un anno per realizzarlo.



Articolo redatto da Sergio Damele